Curculionidi radicicoli: mangiano il prato ma quasi mai vengono riconosciuti
Siamo tutti preoccupati e parliamo continuamente dei danni che può fare ai prati la larva dello scarabeide Popillia japonica, almeno nelle regioni infestate del nord Italia. Ma da qualche settimana mi mandano foto e segnalazioni di danni da insetti che non sono riconducibili a larve di scarabeidi, è troppo presto per questi danni che saranno visibili a partire da fine luglio o agosto.
Nella maggior parte dei casi in cui vediamo radici mangiate ed erba che si stacca alla trazione si tratta di danni delle larve di alcune specie di coleotteri curculionidi appartenenti al genere Sphenophorus.
Sono andato a cercare cosa scrive in merito il mio entomologo preferito che già mi fu di grande aiuto nella conoscenza di popillia. Doug Richmond, ricercatore e professore di entomologia del tappeto erboso della Purdue University in Indiana ma anche divulgatore rigoroso attraverso i programmi di diffusione della conoscenza al di fuori delle aule universitarie che vengono chiamati extension.
Cerco di fare un riassunto del documento originale dove spiega come si affrontano questi dannosi curculionidi.
Specie di curculionidi associate al tappeto erboso
I curculionidi radicicoli (billbug in inglese) sono costituiti da varie specie del genere Sphenophorus che sono sempre più riconosciuti come i principali parassiti del tappeto erboso in tutto il mondo. Le larve di questi insetti danneggiano prati di micro e macroterme nutrendosi di steli, corone, radici, stoloni e rizomi. Ci sono almeno 4 specie di curculionidi associate al prato nel Midwest (evito di riportarne la descrizione perché non ho idea di quali siano quelle presenti in Italia).
Benché vi siano alcune differenze nella biologia tra le diverse specie possiamo semplificarne la descrizione accettando qualche approssimazione.
Biologia
Gli adulti hanno la caratteristica del capo allungato (clipeo) alla cui estremità si trova l’ apparato boccale.
Le larve, bianche e senza zampe, hanno il capo marroncino e sono lunghe 8-10 mm.
Gli adulti passano l’inverno nel feltro, crepe e fessure nel terreno, detriti di piante o intorno a strutture come marciapiedi, passi carrai e edifici. Diventano attivi in aprile o maggio. Gli adulti si nutrono forando steli d’erba ma non causano danni significativi al manto erboso. Le femmine adulte inseriscono le uova nei fori di alimentazione che creano e queste uova si schiudono in piccole larve. Le larve stanno all’interno dei culmi fino a che non hanno esaurito la risorsa. A metà giugno, le larve più grandi iniziano a nutrirsi della corona appena sotto la superficie del suolo. L’alimentazione di queste larve più grandi provoca danni significativi e può uccidere le piante. A metà luglio, le larve iniziano a crescere. Nuovi adulti cominciano ad apparire entro agosto. Questi adulti generalmente si nutrono per un breve periodo e trovano un posto adatto per svernare, ma alcuni possono deporre le uova con conseguente parziale generazione di larve. Le larve di questa seconda generazione non sopravvivono all’inverno.
Negli Stati Uniti l’attività e lo sviluppo dei curculionidi possono essere monitorati online utilizzando un servizio di calcolo e segnalazione che utilizza il metodo dei gradi-giorno (e vabbé, qui sono più importanti altre colture e questi servizi ci sono solo per vite, frutteti, mais, ecc).
Danni e diagnosi
I danni dovuti alle larve di curculionidi sono spesso male interpretati. L’elenco di guai con cui vengono confusi comprende suolo compattato, siccità o dormienza estiva, danno da nematodi, malattie fungine, ma più spesso con le larve di scarabeidi (maggiolino, popillia, ecc). Le larve degli scarabeidi sono diverse (ad esempio hanno le zampe) e i loro danni compaiono a stagione più avanzata. A causa dell’errata diagnosi gli sphenophorus possono diventare un problema permanente, anno dopo anno. Colpiscono circa la metà di tutti i prati domestici dell’Indiana, è il più comune insetto infestante nella regione.
Danneggiano il prato nutrendosi di corone e radici e il danno è simile indipendentemente dalle specie. Le prime indicazioni della loro presenza sono di solito visibili a metà giugno, quando singole piante iniziano a ingiallire a causa dell’alimentarsi della corona da parte delle larve. In questa prima fase compaiono chiazze secche di circa 5-8 cm di diametro. Man mano che il danno procede, queste macchie possono fondersi insieme formando ampie zone irregolari di erba morta totalmente o parzialmente.
La diagnosi è un processo relativamente semplice. Nelle zone in cui si sospetta un danno, le corone delle piante possono essere esaminate in giugno (ed eventualmente in agosto per la seconda generazione, meno numerosa) tirando gli steli morti o danneggiati. Se gli steli si staccano facilmente dalla superficie del terreno, le estremità inferiori dovrebbero essere esaminate per verificare la presenza di materiale fine, polveroso e simile alla segatura (rosura). La presenza di questo materiale è diagnostica per l’alimentazione larvale del curculionide. Le larve possono essere rilevate direttamente con l’uso di un robusto coltello per tagliare una zolla o un tassello nel tappeto profondo 7-8 cm. Il terreno può quindi essere diviso e attentamente esaminato per la presenza di larve nelle corone e nelle radici (la mia esperienza però dice che non è facilissimo trovare la larva).
Monitoraggio e prevenzione
La ricerca e il monitoraggio degli adulti può fornire la prima indicazione di una potenziale infestazione. Poiché gli adulti non sono in grado di volare in modo sostenuto, spesso usano passi carrai, marciapiedi, stradine e cordoli per disperdersi in primavera e in tarda estate. Gli esperti terranno d’occhio queste aree per l’attività degli adulti, in quanto possono servire da indicatore precoce della presenza. Consigliabile l’impiego di trappole di intercettazione, tra queste le trappole lineari sono particolarmente efficaci. Tuttavia, l’attività degli adulti indica solo che sono presenti curculionidi e che non necessariamente ci sarà il danno delle larve. Al contrario, il mancato monitoraggio degli adulti consentirà il manifestarsi del danno e la lotta a quel punto sarà di ridotta efficacia.
Gestione del parassita
Buone pratiche colturali possono aiutare così come la scelta di specie e varietà tolleranti. Molte varietà di Festuca arundinacea e Lolium perenne possono contenere endofiti, si tratta di funghi simbiotici (Neotyphodium spp.) che dissuadono l’alimentazione e lo sviluppo degli insetti e forniscono una migliore tolleranza agli stress ambientali come il caldo e la siccità. Molti venditori (anche in Italia) enfatizzano le qualità della semente di varietà endofizzate, ma le percentuali di infezione misurate nel seme forniscono solo un dato iniziale mentre l’infezione vitale nella pianta che si svilupperà può essere molto più bassa. Stime attendibili di infezione endofitica possono essere valutate solo nelle piante. Per un elenco delle cultivar con i tassi iniziali di infezione endofitica misurati nel seme, consultare http://www.ntep.org/endophyte.htm . Negli Stati Uniti le percentuali di infezione endofitica nelle piante di tappeto erboso possono essere valutate tramite un servizio di analisi endofitica commerciale disponibile presso Agrinostics Ltd. Co. ( http://www.agrinostics.com ).
Per quanto riguarda Poa pratensis, specie che non ospita endofiti, esiste comunque una diversa tolleranza tra le varietà, probabilmente dovuta ad una maggior finezza del culmo che la rende meno gradita per la deposizione delle uova.
Lotta biologica
I controlli biologici efficaci disponibili in commercio sono limitati principalmente ai nematodi entomoparassiti Heterorhabditis bacteriophora e Steinernema carpocapsae. H. bacteriophora è efficace contro le larve una volta entrate nella zona della radice, mentre S. carpocapsae è più efficace contro gli adulti. Se usati correttamente, questi prodotti possono fornire un controllo adeguato. Tuttavia devono essere fatte considerazioni speciali nel loro impiego. Sono molto costosi e complicati da utilizzare. I prodotti a base di nematodi devono essere mantenuti refrigerati e conservati il più brevemente possibile. La vitalità dei nematodi deve essere verificata prima dell’applicazione, esaminando una piccola quantità della soluzione con una lente d’ingrandimento per garantire che i nematodi siano attivi e in movimento. Dopo la miscelazione, i nematodi devono essere applicati immediatamente. La distribuzione deve essere effettuate al mattino presto o alla sera per limitare l’esposizione alle radiazioni UV e l’irrigazione deve immediatamente seguire l’applicazione. Le schermature devono essere rimosse dagli ugelli di nebulizzazione e l’apparecchiatura di nebulizzazione deve essere pressurizzata a un massimo di 3,5 bar e neppure si possono usare ugelli troppo fini.
Insetticidi
Ci sono tre strategie di base per l’uso di insetticidi contro il curculionide dei tappeti erbosi. La tabella 1 fornisce un elenco di insetticidi consigliati per ciascuna di queste strategie. Queste raccomandazioni si basano principalmente sulla conoscenza della biologia stagionale di una specie, mentre per altre specie simili potrebbe variare (come già detto, non so quali specie siano le più attive e dannose in Italia).
Strategia 1: controllo preventivo degli adulti
Questo approccio si basa sull’uso di un insetticida di contatto per colpire gli adulti quando escono dallo svernamento e prima che abbiano la possibilità di depositare le uova. Questo è anche il momento più efficace per l’utilizzo del nematode entomoparassita Steinernema carpocapsae. Poiché l’attività degli adulti durante questo periodo dell’anno può fluttuare con modelli meteorologici primaverili imprevedibili, la sfida principale per l’utilizzo di questo approccio è la tempistica dell’applicazione. Ciò è particolarmente vero quando si usano prodotti con attività residua da moderata a breve termine come piretroidi, carbammati, organofosfati o nematodi. Tuttavia, come regola generale, i curculionidi storicamente diventano attivi da fine aprile (Indiana del sud) o all’inizio di maggio (Indiana settentrionale). È possibile prevedere l’attività utilizzando un modello di gradi giorno. Dopo aver fatto un trattamento che ha come target gli adulti, i formulati liquidi dovrebbero essere lasciati in superficie o solo leggermente irrigati per ottimizzare il contatto. I materiali granulari dovrebbero sempre essere leggermente irrigati per sciogliere il principio attivo dal granulo.
Strategia 2: controllo preventivo delle larve
Questo approccio si rivolge alle larve all’interno della pianta dopo che gli adulti hanno iniziato a depositare le uova, ma prima che il danno sia visibile. È un approccio un po’ più flessibile poiché si basa sull’uso di insetticidi sistemici (neonicotinoidi o diamidi) che vengono assorbiti dalla pianta e distribuiti in tutti i tessuti della pianta per un lungo periodo di tempo. In questo modo, gli ingredienti attivi sono in grado di raggiungere le larve all’interno degli steli delle piante. I neonicotinoidi in particolare hanno anche una buona attività di contatto contro gli adulti, possono pertanto essere utilizzati per colpire gli adulti e nel contempo mantengono attività residua sistemica contro le larve all’interno degli steli. La tempistica ottimale per l’utilizzo di questo approccio è all’incirca la stessa della strategia preventiva per gli adulti con un’efficacia decrescente a metà giugno. Si consiglia l’irrigazione post-applicazione per portare l’insetticida nella zona della radice dove può essere assorbito dalle piante.
Strategia 3: controllo curativo delle larve
Questa strategia prende di mira le larve nelle corone e nel terreno dopo che il danno è diventato evidente. Si tratta di una strategia volta a mitigare i danni in corso. Si impiegano insetticidi appartenenti alla classe dei neonicotinoidi, dei carbammati e degli organofosfati. Il nematode Heterorhabditis bacteriophora ha qualche efficacia in questa fase. La finestra temporale per l’utilizzo di questo approccio è piuttosto limitata poiché l’aspetto del danno dipende in gran parte dalle condizioni meteorologiche (in particolare dalle piogge) che possono tenere in vita un tappeto con pochissime radici altrimenti può rapidamente seccare. Al fine di raggiungere le larve nel suolo le applicazioni insetticide devono essere eseguite con pioggia o irrigazione entro 24 ore.
Ringrazio il prof. Douglas Richmond, autore di Managing Billbugs in Turfgrass da cui ho tratto questa sintesi. Aggiungo qua sotto qualche altra risorsa che mi è parsa utile.
Giovanni Lombardi
After an unexpected lull in the action I was surprised to find these billbugs in the pitfall trap this morning….Don't mind the J&B soundtrack🤣 pic.twitter.com/rflmZEYcWe
— Marvin Seaman (@JandM2014) June 30, 2019