Uno studio appena pubblicato approfondisce la conoscenza del microsporidio Ovavesicula popilliae, patogeno di Popillia japonica. Si tratta di un microrganismo che invade l’apparato escretore del coleottero e causa un alto tasso di mortalità invernale delle larve unita ad una riduzione della deposizione delle femmine adulte. Molto promettente per il controllo biologico delle popolazioni del pericoloso coleottero si ipotizza che sia la causa principale di riduzione delle infestazioni che si osserva dopo alcuni decenni dalla nuova introduzione di popillia in un territorio.
Vediamo alcuni aspetti di questo studio a mio parere rilevanti, uno riguarda la messa a punto di uno specifico e sensibile test di diagnosi, l’altro la distribuzione geografica che dimostra una più marcata presenza nelle zone di vecchia infestazione da popillia. In particolare, grazie al sequenziamento di un tratto di DNA specifico di O. popilliae è stato messo a punto un test di diagnosi di infezione tramite PCR che da un lato si è dimostrata più sensibile dell’osservazione al microscopio dei tubuli malpighiani ma anche, in caso di infezioni lievi che richiedono di ripetere dissezioni e osservazioni alla ricerca di spore su un gran numero di adulti, più rapida. Con questa tecnica lo studio ha indagato la distribuzione geografica del patogeno nelle varie regioni degli Stati Uniti infestate da popillia. E’ stato riscontrato che O. popilliae è assente in 27 dei 59 siti indagati e l’infezione è maggiormente presente nei siti più a est (dove popillia è presente da molto più tempo, ndr). Nel Michigan meridionale, dove il patogeno fu inoculato artificialmente nel 1999, si riscontra un buon tasso di infezione. Laddove non è stato introdotto spesso non si è trovato – come nel nord del Michigan, in siti distanti solo 60-100 km da dove il patogeno è presente da almeno 15 anni – a dimostrazione che la sua diffusione naturale è lenta.
Qualche considerazione per il contrasto a Popillia nel nostro Paese. I test PCR messi a punto possono aiutarci a capire se Ovavesicula popilliae è presente – ed eventualmente in che misura – nella nostra popolazione di coleotteri. Naturalmente anche con l’osservazione microscopica è possibile, ma se l’infezione fosse poco diffusa potremmo essere costretti a visionare i tubuli malpighiani di un enorme numero di adulti prima di averne riscontro. Nel caso non ci fosse traccia del patogeno occorrerebbe valutarne l’introduzione, operazione irta di ostacoli a causa dell’attuale normativa in tema di importazione di organismi alloctoni (non so se in Svizzera ci siano gli stessi vincoli, popillia è giunta anche nel Paese confinante).
Giovanni Lombardi
Link all’articolo:
D. Hulbert, D. Smitley, E. Hotchkiss, P. Lewis, Y. Wu, J.J. Smith, 2020 Geographic distribution of Ovavesicula popilliae in the United States and sensitivity of visual diagnosis compared with qPCR detection, Journal of Invertebrate Pathology, Volume 175: 107455.
Pingback: E' nato il progetto europeo di integrated pest managment per popillia o "IPM-popillia". -